Sembrava un passo in avanti verso una digitalizzazione efficace, e invece si torna momentaneamente indietro al più agevole cartaceo.

Arriva dal Consiglio dei Ministri la conferma dell’abolizione del Sistri, il sistema digitale di tracciabilità dei rifiuti speciali istituito nel 2010 e mai entrato a regime.

Con il “DL semplificazioni” (decreto legge recante misure urgenti in materia di semplificazione e sostegno allo sviluppo) dal gennaio 2019 il nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti sarà gestito direttamente dal Ministero dell’Ambiente.
Fino alla definizione del nuovo sistema, i soggetti obbligati continueranno a utilizzare gli adempimenti cartacei, compilando registri di carico e scarico e formulari di identificazione rifiuti.

Il Sistri è stato uno dei più grandi sprechi nella gestione dei rifiuti speciali, un sistema mai entrato effettivamente in funzione, che però ha comportato costi sostenuti dalle imprese coinvolte e dallo Stato, che hanno superato i 141 milioni di euro dal 2010 ad oggi” ha dichiarato il Ministro per l’Ambiente Sergio Costa commentando il traguardo raggiunto.

In questi otto anni di Sistri, le imprese con più di 10 addetti, hanno sostenuto costi di iscrizione, adeguamenti tecnologici, aggiornamenti dei mezzi e del personale per utilizzare uno strumento lodevole negli intenti ma assolutamente inefficace a detta di molte aziende.

Maria Antonietta Portaluri, direttore generale di Anie-Confindustria (Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettriche), ha espresso l’apprezzamento per l’abolizione del sistema da parte delle imprese associate: “L’abrogazione del Sistri è stato un passo importante da parte del Governo, che ha raccolto il forte malcontento delle imprese, che da troppi anni denunciavano l’irragionevole mantenimento di un sistema macchinoso e malfunzionante, che anziché semplificare e agevolare le pratiche di smaltimento rifiuti si sovrapponeva alla gestione cartacea, non producendo altro effetto che l’incremento degli oneri burocratici, gestionali e ovviamente economici da parte delle imprese”.