Zuffa coi fascisti – 1936
“leri sera ho disputato coi fascisti, sotto il suo balcone. Erano una torma e percuotevano gli usci; si ritenevano padroni della strada ed uno di loro ha fatto un atto osceno tra le sghignazzate dei compagni. “Porco” sibilai. “Ce l’hai con me?” “Mica con altri, con te si”. “Ripeti?” “Sei un porco”. Un pugno cerca di colpirmi ma sto in guardia. S’impegna la zuffa…Correndo a più non posso si sono precipitati sul campo di battaglia e chi in bicicletta e chi a piedi e dopo brevissima indagine si sono rivolti a me chiedendomi la cagione di tutto quel putiferio. Dissi la Verità. Già tutto sembrava accomodarsi quando un ometto piccolo, incartapecorito dal volto e dalle carni color della diarrea con uno spolverino chiaro chiese la parola. “lo è visto il giovane qui presente (il giovane ero io) togliersi la giubba rimboccarsile maniche e gridare: “Avanti fascisti vi sfido tutti col vostro Duce”.
Ciò era falso: né io l’aveva detto. Ma questa testimonianza falsa come l’anima di Giuda mi costò la condanna dal Tribunale Speciale e quale condanna. A chi avanzasse dubbi circa lo svolgimento di questa memorabile lotta che ha un po’ dell’incredibile, dirò solo ch’ella è avvenuta la sera del 30 settembre 1936 d’innanzi al portone di via Plana 5 a Torino”
(Tratto dai Diari)