lavoratori asintomatici

Sicurezza e Covid-19: le carenze per i lavoratori asintomatici.

L’articolo 4 del Dpcm 3 dicembre 2020 ha stabilito che, per contenere la diffusione del contagio da Covid-19 in ambienti di lavoro, le attività produttive vanno gestite nel rispetto delle prescrizioni contenute nel Protocollo del 24 aprile 2020.

Sono misure ormai diventate famigliari alla maggior parte di noi e che vengono applicate anche al pubblico che frequenti locali commericiali o simili.

Detto protoccolo però contiene alcune inadeguatezze come, ad esempio, le prescrizioni per contrastare le fonti di contagio rappresentate dai lavoratori asintomatici o in fase pre-sintomatica. È noto che anche il lavoratore che abbia già contratto il virus, ma che non manifesti ancora sintomi, può essere contagioso. Il solo rilevamento della temperatura corporea al momento dell’accesso in azienda, in questo caso, non può essere una misura consona a contrastare il rischio per la sicurezza.

Esistono soluzioni che, anche combinate tra loro, possono contribuire a ridurre notevolmente il rischio di contagio derivante dall’ingresso non rilevato di lavoratori asintomatici : le indagini sierologiche, che il datore di lavoro può decidere di introdurre secondo procedure e termini concordati con il medico competente possono risultare efficaci.

I test sierologici così come i tamponi molecolari o antigenici o i test salivari possono autare a contenere l’esposizione al rischio di contagio, considerando comunque che le condotte esterne al luogo di lavoro possono incidere in misura non trascurabile sull’efficacia delle misure adottate.

Ancora più difficile la gestione del rischio di contagio rappresentato da lavoratori asintomatici o in fase pre-sintomatica, qualora l’ambiente lavorativo presenti rischi dovuti alla presenza di più datori di lavoro in contemporanesa (come appaltatori e subappaltatori).

Le problematiche sopra indicate per il lavoratori asintomatici si ripresenteranno per il vaccino: emergono infatti numerosi quesiti circa la possibilità di somministrarlo come misura di tutela della salute sui luoghi di lavoro.

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