Recentemente la Cassazione ha riconosciuto la concausalità tra un uso intenso del cellulare aziendale o del cordless e le patologie tumorali. Il dirigente coinvolto in questa situazione aveva contratto un tumore al nervo trigemino a causa dell’intenso uso che quotidianamente era tenuto a fare del telefono cellulare. Per dodici anni (dal 1991 al 2003), infatti, egli aveva fatto uso di telefoni cordless e cellulari per 5-6 ore al giorno, contraendo una grave patologia tumorale all’orecchio sinistro: essendo destrimane, infatti, egli teneva l’apparecchio all’orecchio sinistro in quanto con la mano destra rispondeva al telefono fisso collocato sulla scrivania o prendeva note e appunti.

Originariamente l’INAIL ha negato il riconoscimento di malattia professionale motivando il rifiuto con la dicitura di “inesistenza di studi scientifici attendibili in ordine alla nocività delle onde elettromagnetiche”, inesistenza che è stata poi smentita dalla Corte d’Appello.

Con la sentenza del 12 ottobre 2012 la Cassazione ha infatti riconosciuto un rischio aggiuntivo per i tumoricerebrali, ed in particolare per il neurinoma, a seguito di un’esposizione per più di 10 anni a radiofrequenze emesse da telefoni portatili e cellulari, condannando quindi l’INAIL a riconoscere la malattia professionale e a corrispondere la rendita prevista per l’invalidità all’80%.

(Fonte: “Punto Sicuro”)